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Biologico, dubbi e perplessità, contrarietà...

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  • Biologico, dubbi e perplessità, contrarietà...

    Apro questo post per discutere sull'effettiva bontà del disciplinare biologico.
    Personalmente non ci credo, e penso che sia sbagliato in partenza:
    l'incentivo non deve essere "non puoi usare questi prodotto", ma "cerca di non usarli" e quindi se (come spesso capita almeno dalle mie parti per esempio) l'unico trattamento che è necessario (o consigliabile) fare agli olivi è il ramato tradizionale perchè non permettermi di usare il marchio biologico (previa documentazione) oppure se ho vigneto tradizionale, perchè non posso fare oliveto biologico (confinano)....(cosa do i prodotti in dosi assurde e con l'aereo?????)
    Il tutto come se sommo godimento dell'agricoltore fosse quello di spendere soldi in fitosanitari (ore e gasolio) dandoli per puro gusto personale anche quando non servono a nulla...
    Volutamente son stato un po' polemico per stuzzicare le vostre risposte!
    A voi ora le vostre impressioni, chi ci crede, chi no, chi lo attua solo perchè un mercato male informato lo richiede, etc...

    L'unica cosa positiva riscontrata è che i prodotti bio dei supermercati sono meglio degli altri (ma mi immagino da dove vengano i non bio...) forse perchè sono i soli realmente italiani...

    Ultima notazione polemica...alla fine chi controlla il tutto???

  • #2
    Originalmente inviato da Az. Agr. La Capannaccia
    Apro questo post per discutere sull'effettiva bontà del disciplinare biologico.
    Personalmente non ci credo, e penso che sia sbagliato in partenza:
    l'incentivo non deve essere "non puoi usare questi prodotto", ma "cerca di non usarli" e quindi se (come spesso capita almeno dalle mie parti per esempio) l'unico trattamento che è necessario (o consigliabile) fare agli olivi è il ramato tradizionale perchè non permettermi di usare il marchio biologico (previa documentazione) oppure se ho vigneto tradizionale, perchè non posso fare oliveto biologico (confinano)....(cosa do i prodotti in dosi assurde e con l'aereo?????)
    Il tutto come se sommo godimento dell'agricoltore fosse quello di spendere soldi in fitosanitari (ore e gasolio) dandoli per puro gusto personale anche quando non servono a nulla...
    Volutamente son stato un po' polemico per stuzzicare le vostre risposte!
    A voi ora le vostre impressioni, chi ci crede, chi no, chi lo attua solo perchè un mercato male informato lo richiede, etc...

    L'unica cosa positiva riscontrata è che i prodotti bio dei supermercati sono meglio degli altri (ma mi immagino da dove vengano i non bio...) forse perchè sono i soli realmente italiani...

    Ultima notazione polemica...alla fine chi controlla il tutto???
    ciao Luca,vorrei rispondere alle tue provocazioni,innanzitutto a qualunque lavoratore,imprenditore ecc, Italiano se non gli dai dei limiti precisi stroncandolo se li oltrpassa,quello fà solo il proprio interesse senza pensare al danno che fa agli altri,tanto non li conosce,secondo nessun agricoltore fa i trattamenti perchè fanno bene,ma solo perchè aumentano la produzione e di conseguenza il suo guadagno,non puoi fare biologico se confini con un intensivo semplicemente perchè mentre dai il ramato alle viti,il vento lo spinge anche sugli olivi,cosi mentre concimi col chimico mica hai messo le barriere alle radici delle colture bio,infine concludo col dirti che non credo al biologico così com'è oggi,in pratica nessun vero controllo,ma solo regole che ognuno decide se applicare o eludere,credo molto di più al macrobiotico che sto cominciando a conoscere e il cui controllo è costante e severissimo(mi dicono,devo constatare).
    ciao

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    • #3
      Io partirò con il 2006 con il biologico poi vi saprò dire, cmq i controlli ci sono
      Tosi Alessandro

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      • #4
        e dai Alle????siamo tra noi,mica dobbiamo compraecela!!!quali sono sti controlli?

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        • #5
          I controlli che fanno, oltre quelli sul cartaceo , sono campionature di terreno e dei prodotti dove ricercano principi attivi o concimi non ammessi e se te li trovano devi restituire tutti gli € con gli interessi oltre alla denuncia per frode
          Tosi Alessandro

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          • #6
            un altro piccolo problema x chi fa i biologico.....

            Conoscete il Rotenone????
            E' ammesso per le produzioni biologiche ma da un'articolo pubblicato su "Le scienze" ho appreso che è un potenziale agente del morbo di parkinson

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            • #7
              il biologico così com'è oggi secondo me non vuol dire niente,perchè nessuno rispetta le regole! e non c'è nessuno che le fa rispettare? non ci sarebbe neanche bisogno di tante analisi, come mai nel riso biologico ci trovi dentro le ruotate dei trattori e a volte addirittura i sacconi di concime sulla riva?? mi fanno proprio ridere! e cmq la frutta biologica è più cara, x cui se la vedo bruttina so che è biologica realmente ma mi fa schifino, se è bella vuol dire che in realtà biologica non è, x cui alla fine mi prendo ancora la frutta normale. senza contare che a volte le colture x difendersi si modificano e sviluppano con spesso conseguenze nocive x il consumatore.

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              • #8
                Il discorso della deriva ddei prodotti fitosanitari è assoliutamente vero, la fasci a di rispetto mi sembra che siano 6 metri da una vigna o altre coltivazioni.
                Personalmente trovo che ci voglia una regolamentazione ma poi trovo anche difficile stabilire dei vincoli fisici perche tutte le materie spruzzate non dico che vanno dove vogliono ma poco ci manca.
                Però visto che hanno stabilito la norma giustamente bisogna rispettarla.
                Io al biologico non ci credo molto, va bene per quelli che se non vedono il bruco nella mela pensano che sia industriale, credo maggiormente nelle coltivazioni di qualità cercando di ridurre al più possibile i prodotti utilizzati a prescindere perchè poi quello che vendo lo uso anch'io.

                I controlli qua li fanno di sicuro e anche rigorosi e ti seguono in tutto l'iter per ottenere la certificazione ci mancherebbe.

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                • #9
                  Fare biologico non significa fare più sano o più naturale, significa solo seguire una serie di leggi e regole atte a contenere il più possibile l'utilizzo di sostanze non derivate direttamente dalla natura (anche se sarebbe meglio dire non usare la scienza).
                  Il biologico assieme a tutti i movimenti ad esso collegati (come il biodinamico....una dottrina non un modo di fare agricoltura) ha avuto il suo tempo d'oro, però adesso la CE sembra essersi dimenticata del comparto (o meglio non ci sono soldi....), inoltre il maggiore costo sostenuto dal produttore (+20% circa) non viene soddisfatto dall'industria (che tanto per cambiare si è messa ad importare anche su questo fronte) con il risultato che molte aziende stanno lasciando questo modo di fare agricoltura ritornando al metodo tradizionale.

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                  • #10
                    Interessante l'approfondimento normativo, un po meno la fiducia sulla metodologia (parlo per vite e olivo, le uniche colture che faccio in azienda). Le uniche colture biologioche che riconosco son quelle dei miei 3 meli, 2 peri e dell'orticello per casa....mee e pere sempre proteiche (o popolate come preferite) e verdure ampiamente bruttine, ma almeno molto saporite, niente diserbante, al max per i pomodori un po' di ramato (ho poco tempo da dedicargli)

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                    • #11
                      1)i contolli non ci sono, quando arrivano sono "sulla parola",
                      2) il rame è più tossico di molti sistemici e si fissa nel terreno inquinando le falde (è nei capitolati dei prodotti ammessi unicamente per le pressioni fatte dalle aziende produttrici),
                      3)il biodinamico è una "filosofia di vita" non una tecnica agricola, in quanto unisce omeopatia e rimedi che sembrano usciti dall'antro di maga magò... però sembra funzionare...

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                      • #12
                        X Fede si il problema rame c'è ma lo sai che hai un tetto di utilizzo pari a 8 Kg/Ha e dal 2006 scende a 6 Kg/Ha il cio implica a fare trattamenti mirati e senza deriva o sgocciolamento(leggi basso volume).
                        I prezzi sono remunerativi anche calcolando il calo di produzione e specialmente sui cereali si spunta un bel prezzo alcuni esempi: Mais 16-18 €/q.le, Soja 30-32€/q.le, Frumento 14,5-15€/q.le e nella cantina dove conferisco l'uva ti pagano 4€ in + al q.le.
                        Per i contributi stò valutando anch'io per il discorso siepe che però verrebbe compensato dal comune che dà contributi sulle siepi stesse.
                        Tosi Alessandro

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                        • #13
                          Volete dire che se uno fa una siepe intorno ai terreni può evitare da lasciare fasce di rispetto?
                          Questa cosa mi interessa se me lo potete spiegare grazie.

                          Commenta


                          • #14
                            Lì deve giudicare l'ente certificatore se basta una siepe perchè se hai la terra vicino alla tangenziale o vicino alla montedison non basta la siepe
                            Tosi Alessandro

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                            • #15
                              Grazie per la risposta
                              Ma da che ente certificatore sei andato tu per la tua pratica?
                              Questa cosa della siepe mi interessa abbastanza.

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                              • #16
                                continuo a non vedere i vantaggi... mi pare solo tanta carta e una filosofia errata imposta dalla comunità (intesa nel senso più ampio del termine - istituzioni) a suon di contributi vari.
                                I prodotti finali hanno un prezzo di fatto gonfiato dalla moda e solo questo giustifica la pratica colturale... almeno da quello che avete detto si traggono queste conclusioni -> quindi chi me lo fa fare?

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                                • #17
                                  X Johndin io mi sono rivolto all'ICEA www.icea.info perchè è l'ente che c'è anche nell'alta azienda dove sono socio però puoi scegliere qualsiasi ente basta che dai una guardata sul sito www.aiab.it
                                  X Luca guarda io ormai sono 6-7 anni che non uso concimi chimici, 3 anni i diserbanti (tanto non contano niente) e nel vigneto su 6 trattamenti 1 solo è con il sistemico, i restanti sono tutti con rame quindi perchè non convertirsi al bio, prendendo qualche soldino in più tra contributi e valore aggiunto sulla produzione??Poi sono scelte personali, anch'io 5 anni fà quando mi è stato proposto di fare la conversione ho detto"non ho micca tempo a tenere delle scartoffie tutto il giorno" però sono 6 mesi che gestisco un'azienda bio e devo dire che non c'è poi tanto da fare di burocratico.
                                  Per chi dice che il prodotto bio è bruttino pieno di parassiti non ha mai visto i prodotti bio fatti come dio comanda, nell'azienda dove sono socio quest'anno hanno fatto 2 ettari d'ortaggi e abbiamo avuto rese e qualità uguali al convenzionale(abbiamo raccolto i cavoli la settimana scorsa che superavano abbondantemente 1,5 kg)
                                  Tosi Alessandro

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                                  • #18
                                    Originalmente inviato da Az. Agr. La Capannaccia
                                    Apro questo post per discutere sull'effettiva bontà del disciplinare biologico.
                                    Personalmente non ci credo, e penso che sia sbagliato in partenza:
                                    l'incentivo non deve essere "non puoi usare questi prodotto", ma "cerca di non usarli" e quindi se (come spesso capita almeno dalle mie parti per esempio) l'unico trattamento che è necessario (o consigliabile) fare agli olivi è il ramato tradizionale perchè non permettermi di usare il marchio biologico (previa documentazione) oppure se ho vigneto tradizionale, perchè non posso fare oliveto biologico (confinano)....(cosa do i prodotti in dosi assurde e con l'aereo?????)
                                    Il tutto come se sommo godimento dell'agricoltore fosse quello di spendere soldi in fitosanitari (ore e gasolio) dandoli per puro gusto personale anche quando non servono a nulla...
                                    Volutamente son stato un po' polemico per stuzzicare le vostre risposte!
                                    A voi ora le vostre impressioni, chi ci crede, chi no, chi lo attua solo perchè un mercato male informato lo richiede, etc...

                                    L'unica cosa positiva riscontrata è che i prodotti bio dei supermercati sono meglio degli altri (ma mi immagino da dove vengano i non bio...) forse perchè sono i soli realmente italiani...

                                    Ultima notazione polemica...alla fine chi controlla il tutto???
                                    qualche mese fa in una riunione si parlava di almaverde bio che usa nomi di produttori che usano biologico ma siccome alla ditta nn bastano i prodotti, li comprano anche dalle coltivazioni comuni con concimi chimici l'ha detto stelliferi che gli vende le nocciole perché dicono che sono biologiche ed italiane

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                                    • #19
                                      scusate l'ignoranza ma di preciso cos'è sto biodinamico?
                                      cmq penso che l'arrivo di prodotti biologici esteri sia l'ennesima cosa che rovina i nostri prodotti interni, chissà poi i prodotti che arrivano quanti controlli avranno fatto...

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                                      • #20
                                        Originalmente inviato da albe 86
                                        cmq penso che l'arrivo di prodotti biologici esteri sia l'ennesima cosa che rovina i nostri prodotti interni, chissà poi i prodotti che arrivano quanti controlli avranno fatto...
                                        Ah come per quelli convenzionali cioè nessuno
                                        Per il mercato almeno quì a Modena c'è un buon canale di negozi bio dove stiamo facendo ottime vendite(ortaggi) mentre per i cereali facciamo contartti con le ditte mangimistiche
                                        Tosi Alessandro

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                                        • #21
                                          il problema è che ad esempio a noi con gli allevamenti hanno proposto di fare dei prodotti certificati in cui diciamo che i nostri animali non mangiano prodotti biotech, vogliono che gli fai tutta la filiera e storie varie e alla fine ti danno assolutamente lo stesso prezzo, x cui chi me lo fa fare di legarmi le mani da solo?

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                                          • #22
                                            ciao Albe,personalmente penso che se controlli tutta la filiera e dai massima garanzia sul prodotto,invece di vendere il prodotto al commeciante,puoi acquistare uno spazio nei vari iper,pagando una provvigione sul venduto al prezzo che stabilisci tu,mi pare d'aver sentito che ci sia questa possibilità in qualche posto

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                                            • #23
                                              Originalmente inviato da albe 86
                                              scusate l'ignoranza ma di preciso cos'è sto biodinamico?
                                              cmq penso che l'arrivo di prodotti biologici esteri sia l'ennesima cosa che rovina i nostri prodotti interni, chissà poi i prodotti che arrivano quanti controlli avranno fatto...

                                              http://www.agricolturabiodinamica.it/

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                                              • #24
                                                mio padre è entrato da subito nel biologico. i controlli dalle mie parti ci sono, eccome se ci sono, hanno preso già diverse volte campioni di latte ovino e campioni di terreno.

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                                                • #25
                                                  salve .
                                                  concordo con alle i controlli ci sono e comunque riuscire a produrre con prodotti più rispettosi per l'ambiente per un'agricoltore che ci deve convivere e sicuramente un buon risultato.

                                                  Commenta


                                                  • #26
                                                    Cinque domande a chi ne sa con precisione.
                                                    Com'e' la prassi corretta per coltivare mais o grano biologici ?
                                                    Cosa significa ''produrre con prodotti piu' rispettosi per l'ambiente'' ,frase che trovo nel post appena sopra ?Che in pratica c'e' ancora la stessa chimica degli altri non biologici?
                                                    Perche' senza diserbanti (dico davvero senza) dove ho visto il mais biologico il raccolto era il 30% rispetto alla coltivazione convenzionale ? Ho visto tutta sorghetta e poco mais.E con questo non dico certo che mi diverto ad aver a che fare coi diserbanti.
                                                    Come si pone chi fa il biologico nei confronti di acque,aria,polveri,pollini e quant'altro proviene o viene utilizzato dall'esterno,cioe' dal resto di un mondo che niente ha di biologico ? (Risposte concrete,non utopie. )
                                                    Com'e' la faccenda dell'utilizzo in deroga ''per necessita'' della chimica nell'ambito dei disciplinari biologici,necessita' che diventano nella pratica '' quando serve,cioe' sempre'' ?

                                                    Commenta


                                                    • #27
                                                      Nessuno che sappia rispondere alle prime tre domande ? Come si coltivano cereali a paglia e mais ? Cosa significa ''produrre con prodotti piu' rispettosi per l'ambiente'' ? Nessuno che abbia visto coltivazioni di mais bio (o che lo coltivi) ?

                                                      Commenta


                                                      • #28
                                                        Originalmente inviato da olmo
                                                        Nessuno che sappia rispondere alle prime tre domande ? Come si coltivano cereali a paglia e mais ? Cosa significa ''produrre con prodotti piu' rispettosi per l'ambiente'' ? Nessuno che abbia visto coltivazioni di mais bio (o che lo coltivi) ?
                                                        X la mia esperienza da pivello e da aspirante agronomo( prima o poi finirò) ti posso dire quali conclusioni ho tratto:
                                                        - rotazione obbligatoria con obbligo di prato
                                                        - fare fertirrigazione con liquame( almeno una alla seconda irrigazione e una dopo fioritura)
                                                        -seminare in maggio il mais.
                                                        - per il mais usare la sarchiatura e ancor meglio al rincalzatura(xò non tutti rincalzano)
                                                        - il cereale a paglia deve seguire il mais il primo anno lo fai decentemente per essere biologico.
                                                        -usare leguminose da sovescio.
                                                        Ovviamente siamo tutti consci e realisti che le rese non sono paragonabili al "normale"

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                                                        • #29
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                                                          • #30
                                                            per il grano oltre alla rotazione,pratica sicuramente più consona all'utilizzo di un terreno,eistono mezzi meccanici che assolvono in parte al problema più importante cioè le infestanti; si tratta di erpici strigliatori per i quali la tempestività di intervento è la regola.
                                                            Tengo comunque a precisare che passare al biologico non è una fede da rispettare ne una setta si tratta di provare un'alternativa ad un'altro modo di fare agricoltura cercando di preservare la fertilità del terreno intervenendo con minime correzzioni ammesse dal disciplinare.
                                                            si tratta di cercare il giusto equilibrio tra produzione e salubrità della coltura.
                                                            La scommessa è di trovare la giusta remunerazione per un prodotto che prima o poi troverà la sua filiera ed il suo giusto prezzo.

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